Sito archeologico relativo a un monastero benedettino altomedievale. Unico esempio al mondo di abbazia di epoca carolingia intatta nella sua planimetria.
Nel corso degli scavi, i quali continuano quasi senza interruzione dal 1980, sono stati riportati alla luce numerosi edifici (le chiese, tra le quali spicca quella Maggiore, che con la sua cripta interamente affrescata e le sue tre navate absidate misura oltre 100 metri di lunghezza; il refettorio monastico, interamente pavimentato in cotto, che poteva ospitare oltre 400 monaci; le cucine con 4 forni per preparare la mensa dei fratelli secondo i dettami imposti dalla regola benedettina, il lavatorium, il giardino e ) che fanno di San Vincenzo al Volturno il sito altomedievale più imponente d'Europa.
Dalle ricerche sono emerse anche importanti testimonianze della cultura materiale di 1200 anni fa con vetri, sculture, affreschi, iscrizioni, opere di ebanisteria e oreficeria tutte realizzate nelle officine monastiche anch'esse riemerse durante le indagini archeologiche.
Il sito fu interamente abbandonato nell'XI secolo in favore di una posizione più difendibile e di una costruzione molto più discreta oggi conosciuta come "abbazia nuova di san Vincenzo al Volturno" in territorio di Rocchetta a Volturno. A testimoniare la magnificenza del più antico monastero è una cronaca miniata del 1130, conservata nella biblioteca Vaticana. Gli archeologi, inizialmente scettici nel credere all'esistenza di un monastero così imponente che sorgesse vicino a quello ancora oggi visibile dovettero ricredersi a seguito delle prime indagini archeologiche promosse dalla missione inglese coordinata dal Prof. Richard Hodges.